La mastoplastica additiva consente di ottenere il volume del seno desiderato con un intervento poco invasivo. Il risultato ottenuto resta stabile nel corso degli anni. Le protesi si integrano perfettamente nei tessuti in cui sono impiantate, per cui la paziente non si sente assolutamente “disturbata” dal materiale, che non viene rilevato neanche da una accurata palpazione.

Abitualmente, inoltre, non si ha riduzione della sensibilità ed è possibile allattare.

intervento di mastoplastica additiva

 

Che cos’è la mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva (o mastoplastica di aumento) e’ un intervento chirurgico finalizzato ad aumentare il volume del seno attraverso la collocazione di protesi mammarie, contenenti silicone (l’utilizzo di protesi ad acqua o altri contenuti è stato superato dalla consapevolezza che il silicone è estremamente sicuro ed ha una durata ben superiore a tutte le altre tipologie di protesi).

In alcuni casi, alla mastoplastica additiva si associa anche l’intervento di mastopessi che consente non solo aumento volumetrico, ma anche di sollevare il seno.

Il volume delle protesi dipende dal desiderio della paziente che si sottopone all’intervento chirurgico di aumento del seno. Compito del chirurgo è di indirizzare verso un volume che sia appropriato alle dimensioni del torace e sia in armonia col profilo completo della paziente.

Va subito chiarito che la paziente con protesi può sottoporsi a qualsiasi indagine clinica; che non c’è una maggiore incidenza di tumori o di altre malattie; che le protesi sono assolutamente sicure nell’ambito della vita sociale di relazione: si può viaggiare, si può andare sott’acqua, si possono svolgere insomma tutte le attività sportive.

Una volta inserite le protesi, in posizioni sotto-ghiandolare o sotto muscolare o in una posizione in parte sotto muscolare ed in parte inferiormente sotto ghiandolare (dual plane), possono essere tenute per una durata che si avvicina ai 15 / 20 anni. Non esistono, va chiarito, protesi definitive né le case produttrici le indicano con tali caratteristiche.

 

A chi è consigliato l’intervento di aumento del seno

L’intervento di mastoplastica additiva può essere consigliato a tutte le donne maggiorenni non essendo prevista un’età specifica consigliabile.

Si tratta di un intervento consigliabile non solo per aumentare il volume di un seno piccolo, ma anche per risollevarlo quando se ne presenti la necessità, come ad esempio in conseguenza di una gravidanza o secondariamente ad un dimagrimento rapido ed importante.

aumentare il volume del senoAll’inserimento delle protesi si può ricorrere anche per eliminare malformazioni, differenze di volume e forma e per la ricostruzione del seno dopo l’asportazione chirurgica.

Sono queste le situazioni tipiche in cui risulta consigliabile sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva.

Come in tutti gli interventi di chirurgia plastica il momento giusto è quando il desiderio di sottoporsi all’intervento prevale sulla paura dello stesso!

In casi particolari anche ragazze giovani minorenni possono essere trattate per recuperare, per esempio, una macroscopica asimmetria fra i due seni! D’altronde con le protesi è possibile anche allattare e quindi non esiste controindicazione prima della possibilità di diventare mamma.

 

Protesi mammarie: marchi affidabili

Le donne sono sempre attratte dalla possibilità di ottenere un bel seno ricorrendo alle protesi mammarie. L’intervento chirurgico di aumento del seno, infatti, è uno dei più richiesti ed è uno di quelli che offrono maggiori soddisfazioni sia al chirurgo operatore che alla paziente. Un pò di chiarezza, tuttavia, va fatta su alcuni punti.

 

La protesi, quale che sia il contenuto, è costituita da una superficie in silicone rugoso utilizzato per ridurre ulteriormente il rischio di contrattura capsulare.

La forma delle protesi può essere tonda, di spessore differente – alto e basso profilo -, o anatomica, detta anche “a pera” per la sua particolare configurazione. Anche in questo ultimo caso di volume e spessore diversi.

La forma della protesi, così come il suo spessore, vengono consigliate dal chirurgo in base al tessuto mammario presente ed alle esigenze delle pazienti.

Le protesi più utilizzate sono quelle testurizzate, a superficie ruvida, della ditta Allergan o Mentor, che offrono anche una garanzia di qualità e di risultato.

Esistono protesi con un rivestimento al poliuretano, una sorta di schiuma che offrirebbe una minore chance di contrattura capsulare,

 

Tipologie di protesi al seno

Le protesi al silicone attualmente sono le più utilizzate. Oggigiorno, dopo anni di limitazione, anche negli Stati Uniti si fa ricorso quasi esclusivamente alle protesi contenenti silicone ed a superficie non liscia.

La superficie è normalmente “rugosa” con essenzialmente due varianti: quella più rilevata e quella meno rilevata, tutto ciò finalizzato a limitare il più possibile quella che è una problematica che in una percentuale bassissima di interventi di mastoplastica additiva si può determinare: la contrattura capsulare (un indurimento del seno per una eccessiva produzione di tessuto cicatriziale intorno alle protesi mammarie).

Durata delle protesi

Non esistono protesi definitive o a vita come alcuni vorrebbero far intendere. Le protesi hanno una “scadenza” che ovviamente non è definita in alcun manuale, ma è indicativa. La durata ottimale si aggira sui 18-20 anni.

I normali controlli sia di mammografia che ecografia ed eventuale RMN, sono utili a seguire nel tempo la buona situazione locale delle protesi, associata sempre alla visita del proprio chirurgo di fiducia che potrà valutare con la palpazione la buona condizione locale.

Un indurimento, un fastidio continuo, una situazione di disagio locale, episodi di infiammazione, sono tutti segnali di allarme che possono essere indicativi di possibile necessità di sostituzione delle protesi mammarie.

 

 

L’Intervento chirurgico di mastoplastica additiva

Visita preoperatoria

Prima di sottoporsi all’intervento chirurgico, va fatta una visita preoperatoria con il chirurgo di propria scelta. Durante la visita si esaminano i vari tipi di protesi, si valutano i differenti volumi e si concorda con il chirurgo su quale può essere la misura più adatta.

Si concorda anche la via di accesso chirurgia, che può essere intorno all’areola, nel solco mammario o in alcuni casi anche a livello dell’ascella.

Si concorda poi la posizione della protesi che va indicata in relazione al tessuto mammario presente, al volume che si desidera ottenere e alla naturalità del risultato che la paziente richiede.

L’intervento viene effettuato in anestesia locale e sedazione, o utilizzando anestesia generale e, a richiesta, in regime di Day Hospital. Vengono utilizzati drenaggi che vengono rimossi la mattina successiva all’intervento, quando viene posizionato un reggiseno elasticizzato da utilizzarsi per i successivi 3-4 giorni. L’attività sportiva potrà essere ripresa dopo almeno 20 giorni.

 

Incisioni: dove vengono fatte

L’incisione chirurgica viene effettuata attraverso l’areola, nel solco mammario o per via ascellare (abitualmente non utilizzata dall’Autore). Le protesi possono essere collocate al disotto della ghiandola mammaria o del muscolo pettorale. Anche tale scelta va discussa insieme alla paziente in base all’anatomia del soggetto.

Attraverso l’incisione, il chirurgo creerà una tasca immediatamente dietro il tessuto mammario o dietro il muscolo della parete toracica (muscolo grande pettorale). Entro questa tasca sarà inserita la protesi che verrà successivamente centrata dietro il capezzolo.

 

Posizionamento dell’impianto

Un elemento da valutare attentamente è la posizione più adatta per collocare le protesi mammarie. Non esiste, in realtà, una posizione da preferirsi ma va scelta e proposta di caso in caso. Facciamo alcuni esempi di situazioni tipiche:

  1. la mancanza di tessuto mammario indirizza verso una posizione sotto-muscolare completa, o parziale (dual plane) a seconda delle condizioni locali;
  2. la posizione sotto-fasciale è indicata quado è presente un volume modesto di tessuto ma sufficiente, se associato alla fascia muscolare, a garantire un risultato naturale;
  3. sopra il muscolo e cioè sotto la ghiandola mammaria, quando è sufficiente il tessuto di copertura.

In poche parole, la posizione delle protesi va sempre discussa con il chirurgo scelto, in funzione del risultato finale che ci si aspetta.

Una recente evoluzione tecnica per la mastoplastica additiva, consiste nell’inserimento delle protesi mammarie sotto la fascia del muscolo pettorale.
La tasca viene quindi ricavata in un piano posto tra la fascia del muscolo ed il muscolo stesso. Si tratta, cioè, di un piano più profondo rispetto a quello sotto-ghiandolare. Questo tipo di intervento permette di dare una copertura maggiore alla protesi, generando un migliore effetto estetico. L’unico svantaggio in questo ultimo caso è che richiede un tempo più lungo per la sua realizzazione.

 

Anestesia praticata per l’intervento di aumento del seno

Anche il tipo di anestesia da praticare per sottoporsi l’intervento di mastoplastica additiva va scelta in relazione all’esigenza della paziente.

Solitamente si tratta di un’anestesia generale o un’anestesia locale associata a sedazione. Anche in questo caso va instaurato con il chirurgo un colloquio molto franco e aperto considerando le molteplici possibilità presenti.

Al termine dell’intervento chirurgico, che in genere dura un’ora e mezza due ore, si utilizza una fascia elastica compressiva e si utilizzano dei drenaggi. La mattina successiva si rimuove la fascia elastica e su indossa un reggiseno di cotone elasticizzato tipo quelli che si utilizzano per svolgere attività sportiva.  A distanza poi di alcuni giorni si controlla la medicazione. Normalmente si può utilizzare una colla per chiudere la ferita e quindi non si hanno dei punti esterni. Per circa due/ tre giorni e’ indicato ed utile sospendere le proprie attività sociali e lavorative. lo sport dopo un mese. Le cicatrici possono essere seguite utilizzando delle pomate al silicone in modo da ottenere cicatrici davvero poco evidenti.

 

Analisi richieste per l’intervento di mastoplastica additiva

Le analisi da effettaure per sottoporsi all’intervento di mastoplastica di aumento sono le seguenti:

Emocromo completo, Azotemia, Creatinina, Glicemia, Transaminasi, Elettroliti, P.T., P.T.T., Fibrinogeno. Elettrocardiogramma.

Si richiede inoltre un’ecografia mammaria da abbinarsi anche a mammografia in caso di signore con età superiore ai 30 anni.

Tutte le analisi e l’ E.C.G. hanno validità per 4-5 mesi.

 

Decorso post-operatorio della mastoplastica additiva

Il postoperatorio è abbastanza agevole, dovendo solamente far attenzione a non subire traumi, evitare vigorosi movimenti di escursioni delle braccia, sollevare pesi.

L’impianto retro-muscolare può causare un disagio post-operatorio che dura più giorni. Si potrà ricominciare a guidare l’autovettura dopo circa 7-10 giorni. I punti collocati sono abitualmente riassorbibili e non andranno quindi rimossi.

 

I rischi della mastoplatica additiva: le protesi si possono rompere?

Quanto ai rischi legati ad un intervento di aumento del seno, vanno considerate le possibili complicazioni.
Tra queste, la più temuta la più temuta a distanza di tempo è la contrattura capsulare, cioè un indurimento delle mammelle che dipende da una eccessiva cicatrizzazione del proprio tessuto intorno alle protesi. Quando la protesi viene inserita, intorno ad essa l’organismo forma una capsula: ciò fa parte del normale processo di guarigione.

La capsula può, in certi casi, contrarsi e costringere l’impianto, dando al seno una consistenza più dura del normale. Questo processo può avvenire con frequenza variabile. Attualmente, con le nuove tecniche e materiali, l’incidenza è indicata, nella letteratura internazionale, intorno all’1%.

Nei casi estremi di contrattura è necessario intervenire di nuovo per indebolire la capsula fibrosa e talvolta sostituire la protesi, cambiando eventualmente anche il piano anatomico.
Alcuni lavori scientifici suggeriscono che inserire la protesi dietro il muscolo pettorale può ridurre ulteriormente le possibilità di contrattura capsulare.

Le complicanze nell’immediato post-operatorio, invece, consistono:

  1. nell’ematoma, raccolta di sangue intorno alla protesi che può richiedere la sua rimozione in sala operatoria
  2. l’infezione locale che può addirittura richiedere la rimozione della protesi, che andrà ricollocata a distanza di alcune settimane.

Ambedue le complicanze sono tuttavia piuttosto rare e comunque risolvibili.

E’, invece, da sfatare il rischio di rottura delle protesi essendo prodotte in modo tale da essere davvero resistentissime e con possibilità di rottura quasi azzerata!

 

Intervento chirurgico di Mastoplastica Additiva – VIDEO

 

Pericolosità legate ad un intervento di aumento del seno

Non esiste legame fra protesi e tumore al seno. Anzi per certi versi le protesi appaiono essere protettivi sulla minore incidenza di tumore al seno o almeno sulla precocità di diagnosi.
D’altronde la presenza delle protesi non limita una buona autopalpazione ne controlli radio ed ecografici del tessuto mammario.

Da alcuni anni è stata identificata una forma di linfoma collegato proprio alle protesi che si manifesta con un inspiegabile versamento di liquido intorno alla mammella e che va assolutamente indagato.
Si tratta di una forma molto poco presente e che non ha però ancora una certezza di causa determinante. Sembrerebbe collegata alla tipologia di “testura” “ruvidità” del rivestimento protesico. Più è elevata tale caratteristica e maggiore potrebbe essere lo stimolo locale, con risposta esagerata dell’organismo fino a giungere al classico impazzimento cellulare e conseguente neoplasia. Ma allo stato attuale la ricerca è in corso.

    INFORMAZIONI UTILI

    Dott.Fabio Abenavoli

    Chirurgo plastico

    Specializzato in Chirurgia Plastica e Maxillo-Facciale e in Otorinolaringoiatria.

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